ANCeSCAO ricorda Giovanni Falcone
Il 18 Maggio scorso il magistrato simbolo della lotta alla mafia avrebbe festeggiato il suo ottantesimo compleanno.
Provare a immaginare che ottantenne sarebbe stato questo straordinario magistrato, se non fosse stato ucciso il 23 maggio 1992 dalla mafia, apre lo spazio ad un triste rimpianto che in fondo rimanda a un altro e più vasto pensiero: cosa sarebbe oggi l'Italia con persone come lui, con magistrati, forze dell'ordine, politici, sindacalisti, giornalisti... insomma, con questo folto stuolo di 'migliori' falciato dalla violenza mafiosa.
Sono passati 27 anni ma il tempo non mitiga le emozioni di quel maggio del 1992. Quell’autostrada che si apre con un boato inaudito e inghiotte l’uomo che era divenuto il simbolo della guerra al potere di Cosa Nostra è scolpita nella memoria di chi c’era e di chi quel sabato pomeriggio rimase muto e impietrito di fronte all’edizione straordinaria del Tg1 che raccontava la strage. Cosa Nostra aveva deciso di scatenare contro un uomo solo, il Giudice che per primo era riuscito a portare alla sbarra decine dei suoi affiliati, una potenza di fuoco mai vista in Sicilia, in Italia e in Europa: la mafia di Totò Riina e di Bernardo Provenzano aveva volutamente deliberato di alzare il livello della sfida allo Stato, per vendicare l’immunità perduta “per colpa” di Falcone.
Tra le lamiere contorte di Capaci si scrive l’epilogo di una storia che vede un uomo e la sua intelligenza sfidare la mafia come nessuno aveva mai fatto.
Chi allora non c’era, chi oggi ha meno di 20 o anche 30 anni, non ha forse ben chiara l’idea di chi fosse Giovanni Falcone e perché fosse stato ucciso in maniera così eclatante: un personaggio scomodo e autorevole, che non aveva avuto alcuna paura a fare onestamente il suo lavoro denunciando i rapporti tra mafia, politica e imprenditoria e portando avanti le proprie indagini in questo campo convinto che la mafia non fosse affatto invincibile. Ed aveva ragione.
I volontari ANCeSCAO ricordano bene quegli anni, per questo sono attivi nell’impegno di mantenerne viva la memoria e promuovere i valori della legalità, al fine di sviluppare una cittadinanza consapevole, fondata sulla coscienza dei principi del "diritto" e del "dovere".
Il ricordo di Giovanni Falcone, congiuntamente alla figura di Paolo Borsellino, è impresso inoltre nei nomi di due Centri ANCeSCAO della provincia di Bologna: l’Associazione Socio-Culturale GIOVANNI FALCONE di ZOLA PREDOSA (BO) e il Centro Sociale Ricreativo Culturale FALCONE E BORSELLINO di SAN GIORGIO DI PIANO (BO)