Skip to main content

La tradizione della Sposa Pojana a Poggio Cancelli. ANCeSCAO racconta il matrimonio di una volta

L'Associazione "Radici Pojane" APS racconta la manifestazione che rievoca una storica tradizione del territorio.

Sabato 17 Agosto nella frazione Poggio Cancelli di Campotosto si è svolto l'evento che riunisce la comunità nella storica tradizione della Sposa Pojana, il corteo in costume che rievoca il matrimonio di una volta.

Martina Fiori, Presidente dell'Associazione "Radici Pojane" APS promotrice dell'evento, ci racconta le origini di questa manifestazione tanto suggestiva e inserita per la prima volta quest'anno nell'ambito del Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga.

La tradizione della Sposa Pojana


La Sposa Pojana rappresenta la cerimonia di nozze tra due giovani residenti a Poggio Cancelli
. Questo matrimonio si articolava in diverse fasi, alle quali partecipavano non solo gli abitanti del paese, ma anche quelli dei territori circostanti.

La prima fase era conosciuta come "l'Addimanno" ovvero il fidanzamento ufficiale che avviene quando il promesso sposo, accompagnato dai suoi familiari, si reca a casa della fidanzata per chiederne formalmente la mano. Questa fase aveva principalmente l'obiettivo di concordare la data del matrimonio e organizzare i dettagli dell'evento, oltre a discutere la dote della sposa. Tra gli elementi della dote vi era una cassapanca contenente lenzuola, coperte, asciugamani, tovagliati, cuscini e la fodera del materasso, inizialmente riempita di paglia e successivamente, con l'evolversi dei tempi, di lana di pecora.

Nei giorni precedenti alle nozze, tutte le donne del paese erano impegnate "allu furnu" a preparare "pizze dolci e ciambelloni", biscotti e pane, che sarebbero stati offerti e consumati durante le celebrazioni nuziali. La vigilia del matrimonio, le case dello sposo e della sposa venivano aperte per accogliere chiunque volesse, anche se non invitato, portando in dono come augurio tre, cinque o sette uova, ciambelloni, zucchero e caffè.

La sera della vigilia, lo sposo e i suoi amici, accompagnati da poeti a braccio, ciaramelle e organetto, portavano una serenata alla sposa. Durante la serenata e fino a tarda notte, tra un bicchiere di vino e l'altro, i poeti si sfidavano a chi sapeva elogiare con le rime più belle le doti della sposa mentre si ballava il saltarello al ritmo delle ciaramelle, del tamburello o dell'organetto. La famiglia della sposa offriva vino e dolci a tutti i partecipanti della festa.

Il giorno del matrimonio, lo sposo, in corteo con tutti i parenti, si recava a prendere la sposa a casa sua per accompagnarla in chiesa. Al momento dell'uscita dalla casa paterna, la sposa veniva salutata con il lancio di confetti. Nel corteo verso la chiesa, la sposa era accompagnata dal padre o da un suo sostituto, seguita dallo sposo con la madre e da tutti i parenti e amici. Al termine della cerimonia, all'uscita dalla chiesa, tutti festeggiavano i novelli sposi lanciando confetti (cannellini). Un'usanza singolare riguardava i bambini, che si precipitavano a raccogliere i confetti per poi dividerli.

Il corteo nuziale poi si dirigeva verso il luogo stabilito per il banchetto nuziale, accompagnato dal suono della "piagnipezza", una nenia suonata esclusivamente con le ciaramelle. Questa melodia era molto commovente, poiché simboleggiava l'addio della sposa alla casa paterna, alla madre e alle sorelle. Il banchetto di nozze era organizzato principalmente dalle amiche della sposa e si svolgeva in un'aia o in una casa capace di ospitare molte persone.

Dopo il pranzo, la sposa tornava a casa dei genitori per cambiarsi d'abito. Nel frattempo, venivano preparate le "canestre": quella più grande conteneva sette filoni di pane, uova e altri viveri per la prima settimana dei novelli sposi. Nelle altre canestre venivano riposti il corredo e i regali di nozze eventualmente ricevuti. I fratelli o i parenti prossimi della sposa preparavano "lu trajone" o la "barrozza", trainata dalle mucche, le cui corna venivano decorate con nastri.

Sul “trajone” o “barrozza” venivano caricati il materasso, i cuscini decorati e una cassa contenente il corredo, che consisteva in 36 lenzuola filate con il lino di Poggio Cancelli, asciugamani, canevacci e pannolini, insieme a tutto ciò che la sposa desiderava portare nella nuova casa.

Dalla casa paterna, la sposa usciva accompagnata dal padre o da un fratello, per dirigersi verso la casa dello sposo. Era seguita in corteo dalle sue amiche, che portavano le "canestre" adornate da fiocchi e nastri, precedute dal "trajone" o "barrozza" e da tutti i parenti, sempre accompagnati dal suono delle ciaramelle. A metà strada, veniva organizzata dagli amici e dai parenti maschi dello sposo "la parata", una cerimonia simbolica tra le due famiglie per contrattare la cessione della sposa. Durante la parata, i parenti della sposa chiedevano in cambio il maggior numero possibile di confetti. Al termine della contrattazione, i parenti della sposa prendevano i confetti, mentre la sposa si trasferiva nelle mani dello sposo, e i due venivano festeggiati con il lancio di confetti, balli e musica.

Dopo la parata, il corteo riprendeva il cammino verso la nuova casa, sempre accompagnato da suoni e danze. Sull’uscio della nuova abitazione, la suocera accoglieva la nuora, offrendo "i coralli", simbolo di sangue e vita, e recitando: “Ecchete li coralli, ecchete li travagli, bella si bona, nesacce, e per amore di Santa Maria, mejio morta che vedova sia...”. I festeggiamenti continuavano fino a notte fonda con il saltarello e i poeti a braccio che si sfidavano in ottava rima.

La rievocazione storica a cura dell'Associazione "Radici Pojane"


L'organizzazione della Sposa Pojana è un’opera che richiede impegno, ed è interamente curata dall'Associazione Radici Pojane della frazione Poggio Cancelli di Campotosto (AQ). Questo evento tradizionale è il frutto di un lavoro meticoloso che inizia molti mesi prima della sua realizzazione.
Il primo passo nella preparazione della Sposa Pojana è la richiesta della disponibilità delle vacche, che hanno un ruolo fondamentale nel trainare la barrozza, simbolo della tradizione e della cultura locale. Un altro aspetto cruciale dell'organizzazione è la preparazione dei vestiti antichi. Questi abiti, ricchi di storia e significato, vengono scelti e realizzati con grande cura, spesso con tessuti e materiali che richiamano le tecniche artigianali del passato. Ogni dettaglio è studiato affinché i partecipanti possano essere immersi nell'atmosfera di un tempo che fu, celebrando le radici culturali della comunità.

DSC 0084      DSC 0006


L'evento della Sposa Pojana è un'iniziativa che celebra e preserva le tradizioni culturali di Poggio Cancelli. Questo evento non solo promuove il patrimonio locale, ma offre anche un importante occasione di incontro e socializzazione per la comunità. Attraverso danze, canti e rievocazioni storiche, i partecipanti possono rivivere le usanze del passato, creando un legame tra le generazioni e valorizzando l'identità del territorio. In questo modo, la Sposa Pojana diventa un simbolo di appartenenza e orgoglio per i pojani, contribuendo a mantenere vive le tradizioni locali.

DSC 0051     DSC 0268 1

 

L’evento della sposa in Pojana si svolge in diverse fasi. Il corteo nuziale ha inizio presso la casa della sposa, un momento che rappresenta l’uscita dalla casa natale. Le amiche della sposa aprono il corteo portando sulle teste delle canestre, simbolo del corredo e della vita che la sposa sta per iniziare con il marito. Dietro di loro si trova la barrozza, un mezzo tradizionale che trasporta ulteriori elementi del corredo, come i cuscini e il materasso, segno del nuovo inizio e della costruzione della nuova famiglia. Durante il percorso, il corteo si ferma in diverse occasioni per ballare, un momento di festa che coinvolge tutti i partecipanti. Alla fine del tragitto, il corteo giunge sotto casa dello sposo. Qui, la suocera accoglie la sposa. Questo incontro finale rappresenta l'unione delle due famiglie e l'accettazione della sposa nella nuova realtà. L'intera cerimonia è un omaggio alle tradizioni locali e un modo per celebrare l’amore e la comunità.

foto 1

 

Si ringrazia per l'articolo la Presidente dell'Associazione Radici Pojane APS Martina Fiori.

Abruzzo, #ColtiviamoBenessereSociale, 2024