Di riscatto e opportunità: il progetto “2 in 1 proviamoci” abbatte le barriere della disabilità

Il racconto del percorso inclusivo per ragazzi con sindrome di down promosso dal Centro Diurno Anziani di Casa Maurizi di Cassano Magnago.
I valori di inclusione, solidarietà e partecipazione ispirano molte delle iniziative promosse dalla rete dei centri ANCeSCAO. Un racconto di riscatto e opportunità arriva da Cassano Magnago, in provincia di Varese, dove nel 2022 il Centro Diurno Anziani di Casa Maurizi APS ha avviato un progetto inclusivo dedicato a ragazzi colpiti da sindrome di down e disabilità intellettiva.
Nell’ottica della collaborazione con altre realtà attive sul proprio territorio, il centro ANCeSCAO ha coinvolto nel progetto “2 in 1 proviamoci” l’associazione Onlus “Più di 21” per sperimentare insieme un percorso di inserimento lavorativo: “Abbiamo pensato a questo progetto per offrire una straordinaria opportunità ad un gruppo di ragazzi di mettersi alla prova ed imparare facendo” – racconta la Presidente del centro Gemma Tagliabue – ma anche per gli anziani di imparare e conoscere un mondo per molti sconosciuto o sottovalutato.” Le attività svolte a titolo volontario hanno interessato la gestione del servizio bar presso il centro, punto di riferimento e di ritrovo per oltre 150 anziani del territorio.
Una sfida rivolta ai giovani che vivono in condizioni di fragilità e che spesso, proprio a causa di queste fragilità, incontrano non pochi ostacoli nell’essere formati adeguatamente per costruirsi un futuro: “Ciò accade soprattutto a causa di una non-conoscenza da parte di aziende e datori di lavoro del potenziale e delle capacità lavorative di queste persone – continua Tagliabue – Numerosi studi segnalano come le persone con disabilità intellettiva occupate nel mercato del lavoro riportano una qualità della vita superiore rispetto a quelle che non riescono ad inserirsi nei contesti lavorativi”.
Il progetto punta da un lato a favorire il percorso di autonomia di un gruppo di ragazze e ragazzi con la sindrome di down attraverso l’inserimento mirato in un contesto sicuro in cui potersi misurare con richieste di prestazione concrete, dall’altro a sensibilizzare l’intera comunità attraverso un servizio innovativo e di pubblica utilità.
La realtà ricreativa del centro anziani si presta perfettamente per questo tipo di percorso: un ambiente lavorativo paragonabile ad un bar ma con tempi e modalità più a misura d’uomo che tengono conto delle reali capacità dei ragazzi inseriti.
Da tempo il Centro Anziani ANCeSCAO di Cassano Magnago porta avanti progetti sul tema del lavoro nel terzo settore ponendo particolare attenzione alle difficoltà che si riscontrano maggiormente in quest’ambito. “Il nostro centro ha ospitato obiettori di coscienza, volontari civili, lavoratori socialmente utili, beneficiari del reddito di cittadinanza e, non ultimo, ha dato spazio a progetti di integrazione sociale dedicati ai ragazzi frequentanti i centri di formazione professionali, oltre che ragazzi seguiti dai Servizi Sociali per la messa alla prova di minori” racconta Tagliabue. “Oggi possiamo dire, dopo oltre un anno di sperimentazione, di aver visto giusto e di aver consolidato l’idea progettuale realizzando un percorso gradito e accogliente oltre che stimolante, sia per i ragazzi che hanno aderito che per gli anziani”.
I ragazzi inseriti nel progetto “2 in 1 proviamoci” sono stati quattro. Hanno iniziato con un breve corso di formazione affiancati da un barista che si è occupato di insegnare loro tutti i passaggi che ogni attività comporta. Questi, vengono poi ripresi dagli educatori “Più di 21” nei tutorial che vengono riproposti quando si presentano delle difficoltà: “Bisogna tener presente che eventuali difficoltà sono ripetitive e necessitano di essere monitorate e supportate per la ricerca di soluzioni idonee e finalizzare a rendere l’attività più corretta possibile” – continua Tagliabue – “Quando ci si rapporta con questo tipo di disabilità non bisogna mai dare per scontato che tutto ciò che si è appreso rimanga intatto e che la conoscenza sia stata assimilata. Spesso, a causa di diversi fattori, occorre riprendere le fila del progetto”.
Oggi due dei ragazzi inseriti al Centro di Casa Maurizi hanno trovato una collocazione lavorativa mentre un’altra prosegue le attività al bar dell’associazione con la supervisione del volontario Saverio. Attualmente non sono previsti nuovi inserimenti ma la collaborazione tra il Centro Diurno Anziani di Casa Maurizi e l’associazione “Più di 21” resta viva: “Non appena si valuteranno altri possibili candidati saremo ben lieti di accoglierli”, conclude Tagliabue.
“2 in 1 proviamoci” è stato finanziato dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto, che ha riconosciuto il valore dell’esperienza. Da giugno 2023 il progetto prosegue interamente a carico delle due associazioni coinvolte.