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L'altruismo negli animali: nuove sorprendenti scoperte

13 Dicembre 2011

Per chi li ama è un pensiero comune che gli animali siano altruisti ma fino ad oggi nella biologia evolutiva era scontato che...

 

Per chi li ama è un pensiero comune che gli animali siano altruisti ma fino ad oggi nella biologia evolutiva era scontato che tale comportamento fosse possibile solo tra soggetti che hanno un legame di sangue, per preservare il patrimonio genetico attraverso la riproduzione dei parenti.

Gli atti di altruismo animale più comuni infatti sono compiuti dai genitori verso i figli. Un esempio è l’azione diversiva che molti tipi di uccelli che nidificano a terra attuano quando si avvicina un predatore: l’uccello genitore, rischiando la vita, attira il predatore lontano dal nido simulando un’ala rotta e zoppicando; l'animale cacciatore, credendolo malato e quindi una preda facile, lo segue dimenticando il nido.

Ma quando gli animali dimostrano comportamenti tendenti al bene comune, pur senza legami di sangue si può parlare di “moralità”? Una parola complessa che ha al suo interno molti significati; il termine “morale” viene dal greco ethòs , un insieme di norme per vivere in una comunità. La scienza ultimamente ha riscontrato una flessibilità comportamentale che si credeva possibile solo nell’uomo.

Dall'Università di Chicago arriva una interessante scoperta: un ratto da laboratorio preferisce liberare il compagno in difficoltà piuttosto che mangiare una tavoletta di cioccolata di cui è ghiotto. Si verifica, quindi, che i roditori sono capaci di empatia e altruismo come gli esseri umani. La convinzione scientifica che lo sviluppo morale nell'uomo sviluppato negli anni è messa in dubbio dalla prova che animali evoluti relativamente poco nel tempo provano i nostri stessi istinti.

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Link utili
L'altruismo non è solo umano