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Diritto alla riparazione: le opportunità per i consumatori

Domanda: “Ho acquistato un aspirapolvere ma purtroppo, dopo poche settimane, ha dato problemi di accensione. Portato in assistenza, mi hanno consigliato la sua sostituzione anziché la sua riparazione benché il guasto fosse risolvibile, su conferma dello stesso venditore. Mi chiedo, a fronte di obiettivi quali il minor spreco e il miglior e corretto smaltimento ai fini ecologici, se questo metodo di gestione non vada in tutt’altra direzione”.

Risponde l'avvocato Mara Menatti di Confconsumatori Parma.

Il 30 luglio 2024 è ufficialmente entrata in vigore la direttiva UE 2024/1799 del Parlamento Europeo e del Consiglio che introduce nuove regole per disciplinare la riparazione dei beni di consumo proprio al fine di favorire un consumo più sostenibile e l'economia circolare, oltre a combattere l’obsolescenza programmata. Gli Stati membri dovranno recepirla entro il 31 luglio 2026.

L’obiettivo primario è rafforzare la tutela del consumatore e ridurre l'impatto ambientale legato alla produzione e allo smaltimento dei beni.

Tutti i prodotti venduti dovranno possedere, quale requisito di conformità, la loro riparabilità. Un prodotto si considera riparabile se costruito in maniera che siano facili lo smontaggio e l'accesso ai pezzi di ricambio e siano facilmente reperibili le informazioni e gli strumenti necessari alla riparazione. Se il prodotto risulta non riparabile, il consumatore può invocare la garanzia anche se non ci sono difetti di funzionamento.

Sia chiaro che il consumatore mantiene il suo diritto di scegliere di riparare o sostituire i beni che si rivelano non conformi nei primi due anni dalla consegna ma, con l’entrata in vigore delle nuove regole, avrà diritto ad un anno in più di garanzia qualora rinunci alla sostituzione del prodotto a favore della riparazione.

Secondo la normativa, i produttori saranno obbligati a riparare i prodotti tecnicamente riparabili – sia in caso di difetto che di normale usura – anche dopo la scadenza della garanzia legale di due anni. La riparazione dovrà essere gratuita oppure offerta a un prezzo ragionevole, rendendo questa opzione accessibile a un maggior numero di consumatori.

La legge sul diritto alla riparazione prevede diverse e importanti novità, oltre a quanto già evidenziato:

  • si applica “a qualsiasi bene mobile materiale”, compresi quelli che incorporano un servizio o un contenuto digitale.
  • Il consumatore, tramite una piattaforma online ad hoc, può trovare gli esercizi commerciali a lui più vicini dove far riparare i prodotti.
  • I produttori, fornitori e rivenditori, sono obbligati a fornire tutte le indicazioni per riparare gli oggetti eventualmente guasti.
  • I pezzi di ricambio devono essere comunque disponibili.
  • Il prodotto aggiustato dovrà essere restituito entro un periodo di tempo ragionevole.
  • il fabbricante può fornire un bene sostitutivo al consumatore, a titolo gratuito o a un costo ragionevole per la durata della riparazione;
  • laddove la riparazione fosse impossibile, il fabbricante può offrire al consumatore un bene ricondizionato.
  • Il consumatore avrà diritto a una garanzia di 12 mesi sul prodotto riparato. In conformità con quanto previsto dalla direttiva 2019/771/UE, questa garanzia si applicherà come estensione per i prodotti ancora coperti dalla garanzia legale.

La nuova disciplina si applicherà ai prodotti già coperti dalle attuali regole di ecodesign, come elettrodomestici, computer e cellulari. L’elenco verrà esteso ad altri prodotti, che saranno identificati dall’Ue sulla base delle nuove regole di ecoprogettazione previste dal regolamento 2024/1781/UE.

Premesso che i singoli Stati membri avranno la libertà di recepire la direttiva Ue, adattandola al mercato locale, elemento chiave per favorire l’adozione del diritto alla riparazione è rappresentato dagli incentivi fiscali. Gli Stati sono incoraggiati a introdurre agevolazioni, quali la riduzione dell’Iva sui servizi di riparazione o crediti d’imposta per l’acquisto di pezzi di ricambio e la manutenzione di elettrodomestici. Queste misure fiscali renderanno più vantaggioso riparare anziché sostituire, incentivando un cambiamento culturale significativo.

Concludendo, la durabilità dei prodotti, la trasparenza e la lotta all’obsolescenza programmata rafforzeranno il diritto dei consumatori ad accedere a soluzioni sostenibili e convenienti, anche se è bene precisare che tutto quanto indicato si applicherà ai soli contratti di vendita conclusi dopo il 31 luglio 2026 affinché i venditori dispongano del tempo necessario per adeguarsi alle nuove modifiche.

(Articolo aggiornato al 5 luglio 2025)