Truffa bancaria online: posso recuperare il mio denaro?

«Salve. Circa un anno fa ci siamo visti sottrarre dal conto corrente una somma consistente (circa 10mila euro) attraverso un bonifico – disconosciuto – inviato all’estero, nonostante non avessimo divulgato a nessuno i nostri codici di accesso alla banca. Pur avendo presentato puntuale reclamo all’istituto di credito, quest’ultimo non si è dimostrato disponibile. Abbiamo ancora qualche possibilità di recuperare i nostri soldi?»
Risponde l’avvocato Grazia Ferdenzi, di Confconsumatori Parma.
Il caso presenta analogie con un episodio che ha formato oggetto di recente sentenza del Tribunale di Firenze. Anche in tale situazione era coinvolto un signore che non aveva rivelato a nessuno i propri codici di accesso al servizio di home banking e che era dotato di un efficiente sistema di antivirus sul computer attraverso il quale accedeva al servizio di home banking, ma, nonostante questo, si era visto sottrarre indebitamente una somma attraverso un bonifico non autorizzato.
Il Tribunale di Firenze, al quale il risparmiatore toscano si era rivolto, ha condannato la Banca alla restituzione della somma e al pagamento delle spese processuali e peritali. Nella decisione, il Giudice ha stabilito che la Banca non aveva attivato sistemi di sicurezza adeguati. Infatti, nel corso del bonifico non autorizzato, la banca non ha tenuto conto dei comportamenti dell’autore dell’operazione bancaria, non ha verificato se si trattasse del solito indirizzo IP utilizzato per il collegamento al conto, e se l’utente fosse abituato ad eseguire bonifici esteri.
Inoltre, nella sentenza si legge che “non è riscontrabile in atti alcun riferimento agli standard di verifica del comportamento dell’utente da parte del sistema di xxx al fine di verificare l’effettiva volontà dell’utente nell’effettuazione della transazione. Non è infatti dato di sapere se sia stato fatto un controllo sull’indirizzo IP5 dal quale sia stata effettuata la transazione o se lo stesso fosse solito effettuare bonifici a destinatari nuovi o se fosse abitudine fare bonifici all’estero o di importi di un certo rilievo. L’incremento del fattore sicurezza tramite l’analisi del comportamento è sempre più essenziale al fine di poter identificare attività illecite, anche non note, verificandone lo scostamento dalla consuetudine delle operazioni svolte. La CTU ha dunque accertato che il sistema di protezione adottato da xxx a tutela dei propri clienti era obsoleto, non adeguato agli standard di sicurezza disponibili in quel momento, dunque inaffidabile. Tanto basta per ritenere che il prelievo oggetto di verifica si è verificato in modo fraudolento e che la verificazione di tale illecito è attribuibile alla negligenza di xxx per non aver la stessa adottato le sufficienti misure di sicurezza necessarie a prevenire il verificarsi dell’illecito”.
Nel caso del presente lettore, quindi, si consiglia di tutelare le proprie ragioni, contro la risposta attualmente formalizzata dall’istituto di credito, rivolgendosi per qualsiasi dubbio o informazione in merito a Confconsumatori Parma all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o al numero 0521230134.